La narrativa che associa automaticamente la criminalità alle persone di origine straniera è una semplificazione pericolosa e spesso lontana dalla realtà. Le notizie che circolano sui social media possono essere gravemente distorte o addirittura completamente false, alimentando tensioni e divisioni sociali. Un esempio recente di questa dinamica si è verificato nel Regno Unito, dove la diffusione di disinformazione ha scatenato una serie di gravi disordini anti-immigrazione organizzati dall’estrema destra.
Il 3 agosto, in diverse città del paese, si sono svolte manifestazioni violente che hanno portato a scontri con la polizia e al ferimento di diversi agenti. Questi disordini sono stati innescati da false notizie riguardanti un tragico episodio di accoltellamento avvenuto durante una festa pochi giorni prima. Le fake news, diffuse da politici e gruppi di estrema destra sui social network, sostenevano che Axel Rudakubana, un diciassettenne accusato dell’attacco, fosse un migrante irregolare giunto nel Regno Unito su una barca dalla Francia. Tuttavia, queste affermazioni erano del tutto infondate. Rudakubana è in realtà britannico.
Il giovane è stato accusato di omicidio e tentato omicidio per l’attacco che ha spezzato la vita di tre bambine: Bebe King, sei anni, Elsie Dot Stancombe, sette anni, e Alice Dasilva Aguiar, nove anni. Nell’aggressione sono rimaste ferite altre dieci persone. Nonostante la gravità di questi fatti, il crimine è stato sfruttato per alimentare la retorica xenofoba e razzista, con l’obiettivo di legare questo episodio alla questione dei migranti irregolari.
Le proteste violente sono state organizzate da gruppi affiliati all’English Defence League (EDL), un’organizzazione razzista e islamofoba fondata quindici anni fa, che conta tra le sue fila anche numerosi ultras del calcio. I manifestanti, sventolando bandiere inglesi e britanniche, hanno scandito slogan come “Stop the boats” (fermate i barconi), un chiaro riferimento ai migranti che attraversano la Manica dalla Francia a bordo di imbarcazioni di fortuna. Questo tipo di disinformazione non solo mette in pericolo la coesione sociale, ma anche la vita di individui innocenti, aumentando l’odio verso intere comunità già vulnerabili.
In un’epoca in cui le notizie viaggiano più veloci che mai, è fondamentale fare attenzione a ciò che si legge e condivide sui social media. Chiediamoci: chi trae beneficio dalla diffusione di queste false narrative? E, soprattutto, siamo davvero disposti a credere ciecamente a tutto ciò che ci viene presentato senza prima verificarne la veridicità?
Questi episodi ci ricordano quanto sia importante combattere la disinformazione e promuovere un dialogo basato sui fatti, per evitare che la paura e l’odio prendano il sopravvento nella nostra società.