I guardiani del deserto: i Méharistes della Mauritania

Luca Iotti . 17/09/2024 . Tempo di lettura: 3 minuti

Da oltre dieci anni, ai confini della Mauritania si sta svolgendo un’operazione di sorveglianza senza precedenti. Con passo leggero e ondeggiante, una ventina di uomini armati di AK-47 pattugliano le immense distese di dune di sabbia a dorso di cammello. Questi uomini, conosciuti come Méharistes, sono diventati un pilastro fondamentale nella lotta contro il terrorismo nel Sahara.
Introdotti o, meglio, reintrodotti con l’obiettivo di combattere il terrorismo in un ambiente così ostile, i Méharistes hanno dimostrato la loro insostituibilità nel corso degli anni. Originariamente sciolte dall’esercito francese nel 1962, queste unità sahariane sono state rilanciate dalla Mauritania proprio per rispondere a nuove minacce alla sicurezza che si sono intensificate nel tempo.
Oggi, la missione dei Méharistes mauritani rimane quella di garantire pace e sicurezza nel Sahara mauritano, lungo il difficile confine con il Mali. Questa regione, considerata una zona rossa per la sua pericolosità, si estende per migliaia di chilometri di terre inospitali, dove bande armate e gruppi islamici operano liberamente, ignorando qualsiasi frontiera.

Ad Achemine, un piccolo villaggio situato a soli 60 chilometri dal confine maliano, è stato istituito un campo di addestramento per i cammelli, grazie al finanziamento dell’Unione Europea. Questo centro è parte di un ampio programma di sicurezza e sviluppo che ha visto il reclutamento di 300 cammelli, utilizzati per le operazioni di pattugliamento.
L’uso dei cammelli offre un vantaggio strategico cruciale rispetto ai veicoli 4×4 dell’esercito, che producono rumore e sollevano polvere visibile a chilometri di distanza. I Méharistes, invece, possono muoversi in silenzio e senza essere notati, una caratteristica vitale in un territorio controllato da bande armate e gruppi islamici transfrontalieri.
Per prevenire la conquista dei villaggi da parte dei gruppi islamici, la Mauritania ha potenziato il Gruppo Nomade, un’unità speciale che, oltre a garantire la sicurezza, sostiene le popolazioni locali. L’Unione Europea, nell’ambito di questo impegno, ha finanziato la costruzione di pozzi alimentati a energia solare, con le guardie del Gruppo Nomade che monitorano regolarmente queste installazioni, come nel villaggio di Bir Nsra.

La missione delle guardie è anche quella di riconquistare la fiducia delle comunità locali. In paesi limitrofi, l’assenza dello Stato ha permesso ai gruppi islamici di infiltrarsi nei villaggi, finanziando scuole e dispensari. Questo rischio esiste anche in Mauritania, dove i gruppi radicali potrebbero stabilirsi vicino ai pozzi e ai villaggi, costruendo legami con le popolazioni locali.
I Méharistes sono reclutati principalmente tra i giovani nomadi del posto, che conoscono profondamente il deserto che devono pattugliare. Questi giovani non solo difendono il territorio, ma rappresentano anche la presenza dello Stato nelle aree più remote del paese, contribuendo così a mantenere l’ordine e la sicurezza in una delle regioni più instabili del Sahara.
La decennale esperienza dei Méharistes ha dimostrato che, nonostante le sfide, la loro presenza è essenziale per la stabilità e la protezione delle comunità locali in Mauritania.

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