5×1000: Con le mani, con le mani…nelle tasche del Terzo Settore

Luca Iotti . 04/07/2024 . Tempo di lettura: 3 minuti

Il Governo rispetterà la volontà degli italiani o metterà le mani nelle tasche del Terzo Settore?
La normativa attuale impone un limite massimo di 525 milioni di euro dei fondi destinati al 5×1000; tuttavia, l’esplosione di firme del 2023 porterà a un superamento di questa soglia di oltre 20 milioni di euro… che fine faranno?
Nel 2023, oltre 17 milioni di italiani hanno scelto di destinare il loro 5×1000, con un aumento di oltre 700 mila firme rispetto all’anno precedente. Già nel 2022 le firme erano cresciute di quasi 200 mila dopo due anni di calo, ma il 2023 segna un vero e proprio record.
Questa crescita nell’adesione al 5×1000 è un segnale importante, soprattutto in un momento storico in cui la partecipazione alla politica è ai minimi storici, con tassi di astensionismo superiori al 50%, non solo tra i giovani. Inoltre, il volontariato nelle organizzazioni tradizionali mostra segni evidenti di affaticamento determinato anche da una legislazione che, invece di favorirlo, sembra preferire mettere i bastoni tra le ruote.
Tuttavia, c’è una seria minaccia che incombe sul 5×1000: il tetto di budget fissato a 525 milioni di euro. Ciò significa che, indipendentemente dalla cifra effettivamente destinata dai contribuenti, lo Stato non verserà agli enti più di quanto previsto con questa soglia. Questo limite rappresenta, a mio avviso, una truffa legalizzata nel più triste “italian style” ai danni di chi crede nel sistema del 5×1000, delle organizzazioni no-profit e dei beneficiari dei progetti sostenuti.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha ancora rivelato la somma totale degli importi destinati dai contribuenti ma moltiplicando le 730.000 firme in più per il valore medio del 5×1000 per dichiarazione dei redditi (circa 32€.) si evince che il tetto sarà superato di oltre 23 milioni di euro.
La crescita dell’adesione al 5×1000 in questo contesto è particolarmente significativa, ma la spada di Damocle del tetto di budget continua a pendere sulla testa di enti del Terzo Settore.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, dovranno chiarire se rispetteranno la volontà dei contribuenti o se intendono sottrarre risorse agli enti beneficiari, tutti impegnati in attività di interesse sociale a cui spesso il Sistema Italia non riesce a fare fronte. Considerando il successo crescente del 5×1000 negli ultimi anni, il tetto andrebbe eliminato nel rispetto delle scelte degli italiani. Questa situazione richiede una riflessione profonda sulla volontà politica di sostenere davvero il Terzo Settore, che supplisce alle mancanze dello Stato in aree cruciali come l’assistenza sociale, la sanità, la cooperazione internazionale e l’istruzione.
L’attuale governo ha più volte mostrato una preoccupante disattenzione, se non proprio avversione, nei confronti del Terzo Settore preferendo tagli e restrizioni che colpiscono i più deboli e le organizzazioni che li supportano.
È ora che questo Governo dimostri di essere veramente al servizio dei cittadini e non dei propri interessi.
La rimozione del tetto al 5×1000 sarebbe un primo passo concreto per rispettare la volontà popolare e sostenere efficacemente le organizzazioni no-profit che lavorano ogni giorno per migliorare la nostra società; quella che questo Governo “dovrebbe” servire.

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