Nonostante un aumento del 13,6% nel 2022 rispetto all’anno precedente degli APS Aiuti allo Sviluppo, questo incremento si riduce al 4,6% se si considera solo l’aiuto genuino e diminuisce ulteriormente se si esclude la componente di aiuto episodico. Solo 5 paesi su 30 hanno raggiunto o superato l’obiettivo dello 0,70% del reddito nazionale lordo (Rnl) destinato all’Aps. E l’Italia non è tra questi.
È preoccupante notare che gran parte dell’aumento registrato nell’Aps è dovuto all’aiuto gonfiato, in particolare alle spese per l’accoglienza dei rifugiati nel paese donatore. Nel 2022, queste spese hanno costituito oltre il 14% dell’Aps totale nei paesi Ocse Dac. Inoltre, sono state allocate risorse significative per aiuti episodici come l’emergenza in Ucraina e la lotta alla pandemia da COVID-19. Questi tipi di aiuto, sebbene essenziali, sono di natura temporanea e potrebbero scomparire una volta risolte le crisi.
È importante sottolineare che l’aumento complessivo dell’Aps nel 2022 è principalmente illusorio a causa della presenza di aiuti gonfiati e episodici. Ciò solleva interrogativi sul vero impegno degli stati Ocse per la cooperazione internazionale e mette in discussione se questi fondi saranno sostituiti o semplicemente scompariranno in futuro.
La situazione evidenzia la necessità di rispettare gli accordi presi per l’Aps e di garantire che gli aiuti siano genuini, sostenibili e mirati allo sviluppo a lungo termine. Solo con un impegno reale e coerente sarà possibile affrontare le sfide globali e promuovere un cambiamento positivo nelle comunità meno sviluppate.
L’articolo è stato redatto grazie alle informazioni raccolte dal progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda!”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Le opinioni espresse non sono di responsabilità dell’Agenzia.
FONTE: elaborazione Openpolis su dati Ocse