Bruna Montorsi . 05/06/2024 . Tempo di lettura: 2 minuti
I partiti politici europei e l’immigrazione, in quale direzione si va?
Nella campagna elettorale per le europee del 6-9 giugno nei programmi dei partiti un ruolo di primo piano l’ha assunto l’immigrazione. Tutti i partiti politici europei hanno scelto di mettere la questione della gestione dei flussi migratori verso l’Unione Europea tra le priorità delle loro agende in vista della prossima legislatura.
“La nostra Europa protegge i suoi confini dall’immigrazione clandestina”, è il titolo del capitolo sulla migrazione scelto dal partito popolare europeo (Ppe) nel suo manifesto per le elezioni europee 2024. Il partito popolare, tradizionalmente più moderato, ha assunto posizioni più restrittive e che guardano a destra sul tema. Il partito socialista europeo (Pse) difende il nuovo patto europeo e promuove una politica migratoria in continuità con quella dei cinque anni precedenti. “Il Patto su asilo e migrazione allontana finalmente l’Unione europea dalla gestione delle crisi, la sua attuazione deve tradursi in un approccio equo, sicuro e prevedibile, fondato sul rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone“, si legge nel manifesto programmatico del partito, che punta tutto sul “sistema comune e coordinato di migrazione e asilo basato sulla solidarietà e sulla responsabilità condivisa”. Il partito dei conservatori e riformisti europei (Ecr) sottolinea la necessità della “protezione delle frontiere”. L’immigrazione è una delle priorità di questa formazione politica, un cavallo di battaglia: “L’Unione europea deve aiutare gli stati membri a gestire i flussi migratori e non costringere i cittadini ad accogliere gli immigrati clandestini senza il loro consenso”. Da questo la proposta di una “strategia globale” che copra “tutti i possibili punti di ingresso, compresi i confini aerei, terrestri e marittimi”. La sinistra europea, invece, è particolarmente critica verso il nuovo patto: “Il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo deve essere cancellato, perché condanna i rifugiati alla detenzione e, nella maggior parte dei casi, alla deportazione”. La “Fortezza Europa” è accusata di aver condotto per decenni “Una guerra contro i migranti e i rifugiati, causando violenza, sofferenza e tortura, con migliaia di vittime nel Mediterraneo e lungo la rotta balcanica, e migliaia di deportazioni”.