Direttore del Parc National des Oiseaux du Djoudj, un’occasione per riflettere sulla biodiversità e sul cambiamento attraverso un approccio sistemico.
La visita istituzionale di Lamine Kanté, Direttore del Parc National des Oiseaux du Djoudj, uno dei
parchi ornitologici più importanti della fascia saheliana, si è conclusa pochi giorni fa.
La sua presenza in Italia si inserisce nella più ampia strategia di cooperazione internazionale
promossa da Bambini nel Deserto ETS, volta a coniugare la protezione dell’ambiente con la
promozione di attività economiche sostenibili, a beneficio delle comunità locali e della
conservazione degli ecosistemi naturali.
La visita è stata resa possibile grazie alla collaborazione di numerosi partner locali e nazionali:
l’associazione Il Filo d’Erba, l’Università del Piemonte Orientale, l’Università di Torino, il centro di
ricerca ALPSTREAM – Centro per lo Studio dei Fiumi Alpini di Ostana, la Direzione dell’Ente di
gestione del Parco del Po piemontese, l’associazione ornitologica GIPSO, il coordinamento
pedagogico delle Scuole Ecoattive della Regione Piemonte, l’ONG ENGIM, nonché la Fondazione
Armonia e Rispetto ETS.
Il Parc du Djoudj è uno spazio circoscritto ma, al tempo stesso, un modello di interazione, sia interna
che aperta verso l’esterno. È un habitat cruciale lungo le rotte migratorie, che costituiscono un
indicatore ambientale fondamentale per comprendere i cambiamenti climatici e lo stato della
biodiversità.
Il tema della biodiversità è stato il filo conduttore degli incontri istituzionali. Tra le piste di lavoro e di
ricerca emerse figurano la gestione delle risorse idriche, lo studio delle specie invasive e delle nuove
forme di biodiversità, il monitoraggio degli uccelli migratori, lo scambio di esperienze nella gestione
delle aree protette, i percorsi di cittadinanza attiva per i giovani e la cooperazione internazionale con
ONG e Fondazioni torinesi. Si tratta di ambiti che potranno tradursi in progettazioni condivise, capaci
di coinvolgere la Direzione del Parco Nazionale Ornitologico del Djoudj e i partner italiani,
rafforzando così il legame tra comunità e istituzioni impegnate nella tutela della biodiversità a livello
locale e globale.

Per l’insieme dei partner, l’incontro con il Parc du Djoudj e con Lamine Kanté ha quindi
rappresentato un’occasione preziosa per ripensare insieme le sfide poste dai cambiamenti climatici
e dalle nuove forme di convivenza che essi impongono.
È uno sguardo che mette in relazione un mondo lontano con il nostro e ci ricorda che la protezione
della biodiversità è una responsabilità comune, un ponte tra culture e territori profondamente
interconnessi.