Dall’Ucraina al Sahara nuove e inaspettate alleanze
Luca Iotti . 06/08/2024 . Tempo di lettura: 4 minuti
Kiev è accusata di fornire sostegno alle milizie touareg contro le “forze di sicurezza” russe della Wagneral soldo del governo maliano.
Nel cuore del Sahara, un intricato mosaico di tensioni internazionali si sta dipingendo con tinte sempre più fosche. Un recente scontro armato nella remota località di Tinzaouaten, nella regione di Kidal ai margini del deserto algerino, ha scatenato un effetto farfalla che si propaga ben oltre i confini africani, giungendo fino alle terre martoriate dell’Europa orientale. Il governo del Mali, guidato dopo il golpe del 2021, dal colonnello Abdoulaye Maiga, ha preso una decisione senza precedenti: la cessazione immediata dei rapporti diplomatici con l’Ucraina. Questa mossa drastica è stata innescata da dichiarazioni provenienti da Kiev che hanno scosso le fondamenta delle relazioni internazionali nella regione. L’intelligence ucraina, in un’inaspettata ammissione, ha rivelato il proprio coinvolgimento indiretto in un’operazione che ha portato a uno scontro armato tra separatisti tuareg e i mercenari della milizia Wagner. La scorsa settimana, Andrii Yusov, portavoce dell’intelligence militare ucraina, aveva dichiarato a sorpresa che “i ribelli tuareg hanno ricevuto le informazioni necessarie che hanno consentito loro di portare a termine con successo un’operazione contro i criminali di guerra russi della Wagner”, senza chiarire che aiuto abbiano ricevuto i ribelli. Le conseguenze di questo attacco sono state devastanti: un numero imprecisato di mercenari appartenenti al gruppo Wagner e soldati maliani hanno perso la vita in quello che è stato descritto come un agguato dalle autorità di Bamako. Secondo alcuni resoconti, sarebbero almeno 20 gli uccisi tra i mercenari russi della Wagner mentre i separatisti tuareg affermano di aver eliminato 84 mercenari russi e 47 soldati maliani.
Questo evento ha gettato nuova luce sul complesso intreccio di alleanze e rivalità che caratterizza la geopolitica contemporanea. Da un lato, la presenza dei mercenari russi della Wagner, divenuti ormai una costante in diversi scenari africani; dall’altro, l’inaspettato intervento ucraino, che proietta le tensioni russo-ucraine ben oltre i confini dell’Europa orientale. In questo scenario complesso, si inserisce la presenza dei ribelli tuareg, storici attori delle dinamiche sahariane, la cui lotta per l’autonomia si intreccia ora con interessi globali di portata ben più ampia. Inoltre, l’agguato ha visto il presunto coinvolgimento anche di gruppi armati jihadisti, in particolare Jamaat Nusrat al-Islam wal-Muslimin, branca locale di al Qaeda che opera da anni nel nord del Mali. La reazione del Mali non si è fatta attendere. In un comunicato carico di indignazione, il portavoce della giunta militare ha condannato fermamente l’azione ucraina, sottolineando come questa abbia causato vittime tra i militari maliani e le cosidette “forze di sicurezza” russe. Tuttavia, Bamako si è astenuta dal fornire un bilancio preciso delle perdite, alimentando ulteriormente le speculazioni sulla gravità dell’incidente. Nonostante ciò, il ministero degli Esteri di Kiev ha “respinto fermamente le accuse del governo transitorio del Mali”, bollando la rottura diplomatica come un gesto “affrettato e miope”. Questo evento segna un punto di svolta nelle relazioni internazionali del Sahel infatti il Mali, già in tensione con le potenze occidentali a causa del suo avvicinamento alla Russia, si trova ora in rotta di collisione anche con l’Ucraina, un attore inaspettato in questo teatro. La decisione di rompere i rapporti diplomatici con Kiev potrebbe avere ripercussioni ben oltre la regione, influenzando gli equilibri di potere in un’area già estremamente volatile e violenta. L’intreccio di interessi che emerge da questa vicenda che vede coinvolti il Mali, la Russia attraverso i mercenari della Wagner, l’Ucraina e i suoi servizi segreti, i ribelli tuareg e i gruppi jihadisti dipinge un quadro di straordinaria complessità. Questo episodio dimostra come i conflitti contemporanei non conoscano più confini geografici, e come le tensioni in una parte del mondo possano rapidamente propagarsi, creando nuove alleanze e inimicizie in regioni apparentemente distanti. Mentre la polvere si deposita sulle dune di Tinzaouaten, teatro di violenti combattimenti in una zona desertica con pochi ripari rocciosi sferzati da una tempeste di sabbia le conseguenze di questo scontro potrebbero riverberarsi ben oltre il Sahel, ridisegnando alleanze e strategie in un contesto globale sempre più interconnesso e imprevedibile.