Djenné: Gioiello UNESCO del Sahel

Luca Iotti . 31/08/2024 . Tempo di lettura: 3 minuti

I siti UNESCO rappresentano il patrimonio culturale e naturale più prezioso e significativo del nostro pianeta, riconosciuto per il suo valore universale e la necessità di preservarlo per le future generazioni. Questi luoghi non solo testimoniano la ricchezza della diversità culturale e naturale del mondo, ma fungono anche da simboli di identità, storia e memoria collettiva.
La loro protezione è essenziale per mantenere vive le tradizioni, le conoscenze e i paesaggi che formano la base delle nostre società, contribuendo allo sviluppo sostenibile e alla promozione della pace e della comprensione reciproca a livello globale.

Djenné, situata a 130 km a sud-ovest di Mopti e a circa 570 km a nord-est di Bamako, è una delle città più antiche dell’Africa subsahariana. Il bene “Antiche città di Djenné” comprende la città caratterizzata da un’architettura notevole, un tessuto urbano di rara armonia e quattro siti archeologici che testimoniano una civiltà pre-islamica ormai scomparsa.
Questo bene è un insieme che, nel corso degli anni, ha simboleggiato la tipica città africana particolarmente rappresentativo dell’architettura islamica nell’Africa subsahariana.
Il bene è caratterizzato dall’uso intensivo e notevole della terra nella sua architettura. La straordinaria moschea, di grande valore monumentale e religioso, ne è un esempio eccezionale. La città è rinomata per le sue costruzioni civiche, con uno stile distintivo di verticalità e contrafforti, nonché per le eleganti case monumentali con facciate intricate.
Gli scavi hanno rivelato una straordinaria pagina della storia umana risalente al III secolo a.C. portando alla luce un insieme archeologico che testimonia una struttura urbana pre-islamica ricca di costruzioni circolari o rettangolari in e numerosi reperti archeologici.
Il bene “Antiche città di Djenné” conserva ancora i valori che hanno giustificato il suo eccezionale valore universale al momento della sua iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1988.
Prima di tutto, devono essere menzionati i valori archeologici, storici, religiosi e architettonici.
L’antico tessuto di Djenné è un eccezionale esempio di un gruppo architettonico che illustra un periodo storico significativo. Influenzata dall’architettura marocchina (1591) e successivamente segnata dall’Impero Toucouleur nel 1862, l’architettura di Djenné è caratterizzata dalla sua verticalità, dai contrafforti che punteggiano le facciate delle case a due piani, i cui ingressi sono sempre curati con particolare attenzione.
La ricostruzione della Moschea (1906-1907) ha portato alla creazione di un monumento rappresentante l’architettura religiosa locale che viene “rinnovata” dopo ogni stagione delle piogge.
Oltre alla prestigiosa moschea, Djenné conserva ancora le sue eleganti case monumentali di rigorosa composizione, con facciate talvolta decorate da un portico e pilastri portanti, al centro dei quali si trova il “potige”, un motivo decorativo che indica la posizione della porta d’ingresso.
La trasmissione delle tecniche di costruzione è affidata alla Corporazione dei Barey, muratori da generazioni.

La Grande Moschea, le scuole coraniche e le tombe dei Santi beneficiano di una protezione consuetudinaria attraverso l’istituzione di un comitato di gestione per la Moschea, l’associazione per le scuole coraniche e la supervisione del capo del villaggio, del suo Consiglio e dei capi dei distretti.
Infine, grazie allo spirito, alla saggezza, all’accoglienza e alla Grande Moschea, Djenné è e rimane la “città pia”.

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